Target 2000 ieri e oggi: il racconto di Elena Bagli

12.11.2025

 

In questa intervista, Elena Bagli racconta Target 2000 partendo dai suoi ricordi più lontani, lei e suo fratello che giocano nel magazzino del padre, usando un transpallet, il famoso “draghetto”, come fosse un monopattino. Da quei primi passi nel mondo della birra ad un’azienda che oggi abbraccia distribuzione, produzione ed e-commerce, il filo è rimasto lo stesso: passione, visione e capacità di adattarsi.

Elena ci racconta ciò che la rende orgogliosa, delle trasformazioni del settore e della necessità, per chi lavora nella birra, di imparare ad uscire dalla comfort zone per cogliere nuove opportunità.

 

Elena, la storia di Target 2000 è anche e soprattutto la storia della tua famiglia nel mondo del beverage, che ha origini antiche. Qual è il tuo primo ricordo legato agli inizi, o il racconto di famiglia che ricordi con più emozione?

I ricordi partono davvero da lontano, prima ancora che Target 2000 nascesse, questo perché Target è nata così come è oggi nel 2000, ma la mia famiglia è da generazioni che è nel mondo del beverage e mio babbo non è stata un'eccezione.

Tra i ricordi più belli ci sono quelli di me e mio fratello che giocavamo nel magazzino di mio babbo, tra montagne e montagne di birre stoccate. In particolare, mi ricordo che giocavamo sempre con un transpallet, girovagando per tutto il magazzino e usandolo proprio come oggi si usa un monopattino. Simpaticamente, lo chiamavamo "il draghetto". Quante risate!

 

Target 2000 nasce nel 2000 ma affonda le sue radici molti anni prima. Cosa ti rende più orgogliosa di tutto il percorso aziendale?

Penso di poter tranquillamente dire che sono due le cose che oggi mi rendono più orgogliosa. La prima è che i nostri interlocutori riconoscono in Target 2000 non solo un partner affidabile e competente nel mondo birra, dove siamo dei veri e propri specialisti, ma riconoscono altresì il nostro essere persone oneste e trasparenti, che dicono le cose come stanno, nel bene e nel male.

La seconda cosa è che, nonostante spesso nei business famigliari si possono creare tensioni e attriti, noi in famiglia andiamo sempre tutti d'accordo e guardiamo sempre avanti nella stessa direzione. È una bella vittoria, per noi come famiglia.

 

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Nel corso degli anni Target 2000 ha saputo evolversi: distribuzione, produzione, e-commerce. Come si costruisce una strategia così dinamica, mantenendo intatte identità e coerenza aziendale?

Il filo conduttore principale è la passione per la birra e come poterla abbracciare a 360°. Dopo tanti anni di distribuzione, a un certo punto si è sentita l'esigenza, direi quasi viscerale, di non limitarsi più alla mera vendita, ma di esplorare anche il mondo produttivo.

Così nasce la nostra avventura con Birra Amarcord, che nel giro di relativamente pochi anni ci ha portato ad essere il più grande birrificio italiano, al netto ovviamente delle grandi industrie. Per noi è stato un tassello evolutivo importante, che ha permesso di essere ancora più consapevoli di come funziona il mondo birra, dalla materia prima a quando il prodotto arriva al consumatore, e di essere partner ancora più affidabili per i nostri clienti.

 

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La birra resta al centro dell'attività di Target 2000, ma il contesto è in continua evoluzione. Quali tendenze principali si osservano oggi nel settore, sia in Italia che all’estero?

L'anno in corso è di difficile lettura. Ci sono dati anomali sul mondo birra, soprattutto comparando i canali retail e discount, che evidenziano da un lato un cambio di abitudini da parte dei consumatori e dall'altro (e praticamente di conseguenza) una forte spinta da parte dei main brands birra per difendere i volumi e le quote di mercato. In questo scenario, diventa ancora più importante monitorare attentamente i dati di vendita che noi leggiamo giornalmente.

È altrettanto importante, poi, essere veloci e flessibili nell'adattarsi ai nuovi trend. In questo senso, pur rimanendo la birra il nostro core business, stiamo lavorando anche su altre categorie prodotto, come ready to drink, energy drink, soft drink, bevande funzionali e altro ancora.

 

Pensando al futuro, quali sono le sfide che ritieni più importanti per il settore della birra, e per Target 2000 in particolare?

Secondo me, il mondo birra dovrà iniziare a pensare più al di fuori della sua comfort zone per mantenere la sua posizione sul mercato globale e, possibilmente, per riprendere a crescere. La birra è sempre stata storicamente tradizione, ma bisogna pensare all'innovazione in termini di ricette, di packaging e di proposte in generale. Solo così si potrà vincere la sfida dei prossimi anni.

Per quanto riguarda Target 2000, invece, pensare fuori dagli schemi è sempre stato nel nostro DNA, già dal fondatore, per cui sono piuttosto tranquilla che troveremo delle soluzioni e nuove opportunità. Forse la difficoltà più grande sarà trovare un produttore disposto a seguirci nei nostri progetti a volte un po' folli!